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mercoledì 10 gennaio 2007

Il Senese è Scemo e Rissoso?

Già dal titolo vi starete chiedendo "cosa cazzo ha scritto".....bene, ve lo spiego subito. Non so se quello che sto per scrivere anzi, per copia-incollare, sarà già giunto ai vostri occhi! In caso non fosse successo vorrei che leggiate, se siete dei veri senesi, questa lettera che Michele Vaselli, uno del Nicchione, ma di quello bono, ha inviato a Nazione e Corriere di Siena per pubblicarla e diffondere così il fatto a chi non ne fosse a conoscenza. E' un pò lunga, ma vi prego di leggerla! E' tutta vostra!

Gentile redazione,

Vi scrivo per segnalarVi un episodio, a mio avviso increscioso, che si è verificato nella nostra città pochi giorni fa.
Prima di tutto mi presento, sono un senese nato, vissuto e con una passione storica per la mia contrada ma soprattutto per la mia città.
Mi rendo conto che l’argomento e’ particolarmente difficile da affrontare, cercherò quindi le parole giuste per rendere il mio intervento il più obiettivo possibile.
L’evento in questione è l’omelia del nostro Vescovo per la consueta messa degli auguri tenutasi in Cattedrale il 31 Dicembre scorso.
Purtroppo non essendo presente, non ho avuto modo di sentire con le mie orecchie quello che, a chi ha ascoltato, ha provocato sconcerto e disapprovazione, mi riferisco ai due appellativi che il Signor Vescovo ha utilizzato per definire i “senesi”, SCEMI e RISSOSI.
Durante il racconto da parte della persona testimone dell’accaduto, ho creduto di aver sentito male e mi sono fatto ripetere più volte quelle due parole che ritenevo, non solo inadatte al contesto, ma soprattutto offensive nei confronti di un popolo rappresentativo di un’identità storica come quella Senese.
La mia prima reazione è stata quella del senese orgoglioso, campanilista, come viene descritto all’esterno, e geloso della propria tradizione,e mi sono per così dire inalberato non poco; successivamente, con il ragionamento, mi ha pervaso una tristezza estrema, la tristezza di colui che si sente privato della propria vita, considerando che, chi ha proferito tali parole, ha abusato di un’occasione istituzionale come la Messa degli auguri, occasione e contesto più sbagliato per palesare le proprie opinioni, plausibili o sbagliate che siano.
La tristezza a cui ho fatto riferimento, e’ aumentata in maniera imponibile quando, nei giorni successivi, ho visto che, dell’episodio non se ne è fatta parola. Ecco perché ho iniziato ad interrogarmi sulla qualità morale dei miei concittadini o sulla moralità di chi e’ demandato a mettere in pratica quella trasparenza insita nella libertà di parola e di stampa, giocando invece sull’omertà, termine responsabile di innumerevoli oscurantismi tipici della cultura italiana in genere.
Non riconoscendomi in questi ultimi principi ho deciso quindi di inviarVi questa breve lettera per potermi almeno sentire in pace con la coscienza.
Il giudizio di chi vive la città in modo diverso da mio mi lascia piuttosto indifferente, è l’abuso di contesti e situazioni istituzionalizzate che mi fa ragionare sull’incoerenza del pensiero Paliesco che difende le proprie tradizioni con un opportunismo a dir poco estremo.
Sono giovane e forse la mia passionalità a volte pregiudica una visione equa di ogni accadimento che mi tocca nel vivo, ma ritengo che, giunti all’orecchio di chiunque abbia il seppur minimo amore per la propria identità, quei due “termini”, avrebbero suscitato la stessa reazione.
…E qui viene fuori il Senese, colui che vorrebbe ricordare al Signor Vescovo della Curia di Siena, che la città e’ composta, sì di mura e di meravigliose strutture, per non parlare della tradizione artistica unica al mondo, ma è fatta anche di cuori che in certi giorni battono all’unisono e dimostrano una passione che e’ praticamente impossibile trovare in qualsiasi altro posto.
Sono disposto a condividere la mia città con chiunque altro abbia voglia di accettare tutto quello che ha sempre fatto, e fa di Siena un esempio unico, e che è pronto ad aprirsi e cercare di comprendere quello che ai profani può sembrare incomprensibile.
A Siena l’adrenalina si chiama passione, e la stoltaggine non è altro che un modo per farsi cullare da tale passione.
Chiudo dicendo al Signor Vescovo della Curia di Siena …………. Signor Vescovo ! A Siena si dice STRULLI ……. non SCEMI !
Vi ringrazio per l’attenzione e spero che le mie parole non vadano a finire nel cassetto di chi ritiene che, la libertà di parola, sia solo un paravento dietro cui nascondersi.

Michele, Senese e a volte anche Rissoso e …..strullo.

5 commenti:

Citro Fat ha detto...

ah è stato lui???? grande sapevo di questa lettera ma non sapevo ke quel michele fosse il vaselli!!!! grande vase!!! so d'accordo con lui.
PS: questa è un'altra conferma ke la kiesa si deve fa i cazzi sua, mentre invece nn se li fa mai...

Tommino ha detto...

A MORTE!!!! ricordatevi che la chiesa è la più grossa associazione a delinquere autorizzata del mondo....!!!!!!

ella ha detto...

concordo

Anonimo ha detto...

è vero e l'ho sottolineato nella e-mail di risp al vaselli....come al solito il più polemico...

Anonimo ha detto...

chi è l'anonimo?